In una zona boschiva di Santa Maria a Colle, un uomo si apprestava a compiere quello che probabilmente era per lui un gesto abituale, piu’ volte ripetuto con successo, ancorchè proibito dalla legge.

L’uomo si apprestava ad accendere una serie di registratori acustici che riproducevano il suono di vari uccelli, al fine di attirarli verso decine di metri di reti a maglia fine, da lui stesso accuratamente stesi nella vegetazione. Gli animali, attirati dal cinguettio, si sarebbero impigliati nella rete, dalla quale poi lui li avrebbe “liberati”, quelli ancora vivi e non mutilati, per infilarli in piccole gabbiette sporche da aggiungere alle numerose altre che deteneva in un locale lì vicino.

Poi questi uccelli, privati della libertà e maltrattati, sarebbero stati venduti, a caro, talvolta carissimo prezzo, ad altri cacciatori che li avrebbero utilizzati come richiami vivi per attirare con il loro canto altri uccelli cui sparare.

Un’attività facile e redditizia, se non fosse per la pattuglia del Corpo Forestale, Comando Stazione di Lucca e Nucleo Investigativo, che da tempo controllano questo odioso commercio illegale e che stavano appostati nei pressi della rete confidando nell’arrivo del bracconiere.

Fermato immediatamente in flagranza di reato il soggetto è stato scortato presso un capanno di sua proprietà sito nelle immediate vicinanze dove deteneva illegalmente ben 25 gabbiette contenenti merli e sasselli, tutti ovviamente senza anello di identificazione in quanto provenienti da cattura illegale.

Successivamente il soggetto è stato accompagnato presso la sua abitazione dove, in un congelatore, sono stati trovati morti uccelli protetti, quali fringuelli e cinciallegre, queste ultime protette anche dalla Convenzione di Berna in quanto considerate specie particolarmente vulnerabili.

Al soggetto, un pensionato lucchese, sono stati contestati i reati penali di uccellagione, caccia con mezzi non consentiti, e detenzione di munizioni non consentite, in quanto trovato in possesso anche di cartucce a palla non denunciate; è stato inoltre ipotizzato il reato di maltrattamento animale per le condizioni di detenzione degli uccelli.

Tutti i corpi di reato, le reti, i registratori, e le cartucce sono stati sequestrati e depositati all’Ufficio Corpi di Reato del Tribunale di Lucca, mentre gli uccelli vivi sono stati immediatamente portati al Centro di Recupero della Fauna Selvatica della LIPU di Livorno, per le cure e la riabilitazione del caso.

(Visitato 388 volte, 1 visite oggi)

Già segnalato per violenza sessuale, allontanato

Finisce sotto un camion, paura per un 36enne